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Prapancha Pash (Mistero indiano, 1929), Franz Osten

  • Immagine del redattore: Vittorio Renzi
    Vittorio Renzi
  • 16 nov 2015
  • Tempo di lettura: 3 min

Garden of Silence - Prapancha Pash

SINOSSI: Durante una battuta di caccia nella foresta, il giovane re Ranjit (Charu Roy) rimane ferito. Condotto in una capanna lì nei pressi, Ranjit viene curato da una bellissima ragazza, Sunita (Seeta Devi), e i due si innamorano. Ma il cugino di Ranjit, Sohan (Himansu Rai), anche lui re, rimasto colpito dalla bellezza di Sunita, decide di farla sua. Lancia così una sfida al cugino, approfittando di una passione in comune che i due hanno: quella del gioco d’azzardo coi dadi. I due decidono dunque che il vincitore sposerà Sunita. Sebbene Ranjit sia ritenuto invincibile, perde la partita e, come d’accordo fra i due, ella è destinata a diventare sua moglie e schiava. Ma Sunita scopre che Sohan ha truccato la partita. Il perfido re, smascherato, per sfuggire punizione si lancia giù da una scogliera. Ranjit e Sunita possono finalmente sposarsi.


Basato su uno degli episodi principali dell'antico poema epico in sanscrito, Mahabharata, Prapancha Pash è stato a lungo dimenticato. Ma nel 2006, in occasione del 60° anniversario dell'indipendenza indiana, la BFI, che aveva il film in catalogo, iniziò a lavorare a un restauro, avvalendosi di una nuova colonna sonora composta da Nitin Sawhney, che unisce stili musicali indiani e occidentali. La nuova versione debuttò nelle sale l’anno dopo e fu un trionfo. Un film-rivelazione, che fra l’altro ha restituito notorietà anche il nome del suo artefice, Franz Osten, che fino ad allora a malapena era nominato nei libri di storia del cinema. Girato in Rajasthan, in mezzo a fitte giungle e alte montagne, Prapancha Pash fu un grande successo in Europa e in Asia, in parte anche perché era uno dei primi film girati in India in cui recitassero attori del luogo, anziché europei col viso scurito. La produzione non si risparmiò di certo sui numeri: si parla di 10.000 comparse, 1.000 cavalli e 50 elefanti. Aggiungendo a questo le splendide location e una trama ricca di eventi e colpi di scena, questo film si può considerare di fatto un vero e proprio antesignano del grandeur bollywoodiano dei decenni successivi.



Il regista tedesco Franz Osten, fratello maggiore del produttore Franz Ostermayer, incontrò per la prima volta il produttore e attore bengalese Himansu Rai, mentre questi era in visita in Germania. Su invito di Rai, il regista si recò in India per collaborare con lui a tre film muti, Prem Sanyas (1925), sulla vita del Buddha, Shiraz (1928), sulla costruzione del Taj Mahal, e, in ultimo, Prapancha Pash (1929). L’apporto di Osten per la riuscita di questi affascinanti film si rivelò fondamentale. In particolare, la sua formazione come fotografo (mestiere ereditato dal padre) fu decisiva per il tocco documentaristico dato dalle riprese dal vero dei luoghi selvaggi e affascinanti dell’India e della vita quotidiana del suo popolo. E tutto questo in un periodo in cui il film girati negli studios erano la norma. Dunque, una visione unica per il cinema indiano di quel periodo, in quanto questi film mostrano delle storie epiche e/o favolistiche, tratte da classici della letteratura indiana, in un contesto assolutamente realistico.

Dopo Prapancha Pash, Osten tornò in Germania per un quinquennio, a lavorare nel cinema tedesco. Ma il richiamo dell’India si fece presto sentire. Nel 1935, quando ormai il cinema era in piena stagione sonora, vi tornò per dirigere ben 15 film girati negli studi di Himansu Rai. Ma un anno dopo, a Bombay, aderì al partito nazista e fu imprigionato dagli inglesi allo scoppio della Seconda guerra mondiale. Fu liberato e poté tornare in Germania soltanto cinque anni dopo, ma la sua carriera come cineasta era ormai tristemente conclusa.

Segnalo queste due versioni in DVD,

quella italiana della Cecchi Gori e quella inglese della BFI.






Prapancha Pash

(Mistero indiano)

a.k.a. A Throw of Dice

India/Germania/Gb, 1929

regia: Franz Osten

soggetto: Niranjan Pal, da un episodio tratto dal poema Mahabharata

sceneggiatura: Max Jungk e W.A. Burton

fotografia: Emil Schunemann

musica: Willy Schmidt-Gentner / Nitin Sawhney [2006]

scenografia: Promode Nath

produzione: Himansu Rai, per Himansu Rai Film, British Instructional Films e Universum-Film AG [UFA]

durata: 74', 8 rulli, 2523 mt / 7630 pd

cast: Seeta Devi, Himansu Rai, Charu Roy, Modhu Bose,

Sarada Gupta, Tincory Chakrabarty

data di uscita: 16 agosto 1929

 
 
 

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